Esponente della cultura turca del Novecento, nacque a Salonicco nel 1902. Personalita' poliedrica, fu poeta, autore di teatro, romanziere, saggista e giornalista. Durante gli anni venti visse in Russia, dove ebbe contatti con le avanguardie e in particolare con Majakovkij. Rientrato in Turchia, nel 1938 fu condannata ad una lunga detenzione in carcere per la sua opposizione al regime. Rimesso in liberta nel 1950, si stabili' a Mosca, dove mori' nel 1963.
autobiografia (1962)
sono nato nel 1902
non
sono più tornato
nella città natale
non amo i ritorni indietro
quando avevo tre anni
abitavo Alep
con mio nonno pascià
a 19 anni studiavo a Mosca
all'università comunista
a 49 ero a Mosca di nuovo
ospite del comitato centrale
del partito comunista
e dall'età di 14 anni
faccio il poeta
alcuni conoscono bene le varie specie
delle piante altri quelle dei pesci
io conosco le separazioni
alcuni enumerano a memoria i nomi
delle stelle io delle nostalgie
ho dormito in prigioni e anche in alberghi di lusso
ho sofferto la fame compreso lo sciopero della fame
e non c'è quasi pietanza
che non abbia assaggiata
quando avevo trent'anni hanno chiesto
la mia impiccagione
a 48 mi hanno proposto
per la medaglia della Pace
e me l'hanno data
a 36 ho traversato in sei mesi
i quattro metri quadrati
di cemento
della segregazione cellulare
a 59 sono volato
da Praga all'Avana
in diciotto ore
ero di guardia davanti alla bara di Lenin nel '24
e il mausoleo che visito sono i suoi libri
han provato a strapparmi dal mio Partito
e non ci son riusciti
e non sono rimasto schiacciato
sotto gl'idoli crollati
nel 51 con un giovane compagno
ho camminato verso la morte
nel 52 col cuore spaccato ho atteso la morte
per quattro mesi sdraiato sul dorso
sono stato pazzamente geloso delle donne ch'ho amato
non ho invidiato nemmeno Charlot
ho ingannato le mie donne
non ho sparlato degli amici
dietro le loro spalle
ho bevuto ma non sono stato un bevitore
ho sempre guadagnato il mio pane
col sudore della mia fronte
che felicità
mi sono vergognato per gli altri e ho mentito
ho mentito per non far pena agli altri
ma ho anche mentito
senza nessun motivo
ho viaggiato in treno in aeroplano in macchina
i più non possono farlo
sono stato all'Opera
i più non ci vanno non sanno
nemmeno che cosa sia
e dal '21 non sono entrato
in certi luoghi frequentati dai più
la moschea la sinagoga la chiesa
il tempio i maghi le fattucchiere
ma mi è capitato
di far leggere la mia sorte
nei fondi di caffè
le mie poesie sono pubblicate
in trenta o quaranta lingue
ma nella mia Turchia
nella mia lingua turca
sono proibite
il cancro non l'ho ancora avuto
non è necessario che l'abbia
non sarò primo ministro
d'altronde non ne ho voglia
anche non ho fatto la guerra
non sono sceso nei ricoveri
nel mezzo della notte
non ho camminato per le vie
sotto gli aerei in picchiata
ma verso i sessant'anni mi sono innamorato
in una parola compagni
anche se oggi a Berlino sono sul punto
di crepar di tristezza
posso dire di aver vissuto
da uomo
e quanto vivrò ancora
e quanto vedrò ancora
chi sa.
Notturno
in tram a Berlino Berlino
Ottobre 1961
La
vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia tutti
e quattro camminiamo fianco a fianco senza parlarci
ciascuno cammina solo ma siamo l'uno a fianco dell'altro
che
cosa non avremmo dato gli uni e gli altri per non sentire
il rumore dei passi gli uni degli altri
dentro
di noi abbiamo pietà imprechiamo gli uni contro
gli altri ma ci amiamo perchè non crediamo gli uni negli altri
che
cosa non avremmo dato per arrivare a un incrocio e infilare presto
quattro strade diverse ma non so se uno di noi morisse se quelli che restano
sarebbero contenti
la
vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia tutti e
quattro camminiamo fianco a fianco
la notte prendiamo il tram i tram che non sappiamo dove vadano
la
notte i tram puliti larghi a tre vagoni ci portano in
qualche luogo con stridori sferragliamenti
a
un tratto si levano davanti a noi dei muri bruciati e sotto
il riverbero dei lampioni marciano diritti e testardi verso di noi
delle
finestre appaiono davanti a noi e vengono in folla verso
di noi schiaciandosi l'una con l'altra
finestre
che non hanno nè vetri nè infissi che non sono finestre
delle stanze degli uomini ma finestre del vuoto
passiamo davanti alle porte senza battenti le porte che aprono su nulla
sui marciapiedi degli uomini con tre punti sopra il bracciale aspettano il tram
sono appoggiati sui loro bastoni dalle punte di gomma
non so se tutti i muti sono anche dei sordi ma certo la maggior parte dei ciechi sono dei ciechi con gli occhi aperti e le luci dei tram cadono nei loro occhi aperti ma loro non si rendono conto che la luce cade nei loro occhi
vecchie bigliettaie stanche fanno salire i ciechi sui tram
donne che mi avete guidato teneramente tenendomi per mano
a quasi tutte voi non ho dato che qualche poesia e forse un po' di tristezza
sono grato a voi tutte
traversiamo le tenebre degli spiazzi vuoti dove crescono i ciuffi d'erbacce
i tram traversano le piazze i cui palazzi barocchi sono distrutti
e
le pietre bruciate spezzate si somigliano talmente che la testa
ci gira e giriamo in tondo
questa città è tutta bucata perchè ha mandato i suoi soldati a distruggere altre città
ho visto città rase al suolo avevano mandato i loro soldati a distruggere altre città e i soldati delle altre città le avevano rase al suolo
ho
visto città che preparavano i loro soldati per mandarli
a distruggere altre città ed essere distrutte esse stesse
dei
violinisti salgono in tram con le scatole dei violini sotto
il braccio e i loro lunghi capelli tristi non riescono a
nascondere la loro calvizie
questo
agosto è forse l'ultimo agosto del mondo ha chiesto uno dei violinisti alla
bigliettaia in una lingua che non conosco
sulle piattaforme dei tram ci sono dei giovani in collera
credo ch'essi stessi non sappiano perchè e contro chi sono in collera
che ora sarà adesso all'Avana amore mio sarà notte o giorno
le ragazze scendono dai tram
le loro gambe sono abbastanza ben fatte
senza
fare un gesto seduto dove sono le seguo e sotto il ponte
di pietra sento vicinissimo al mio viso il calore delle loro bocche e volto la
testa a una giovane donna che mi tocca la spalla senza ch'io sappia dov'è
i suoi capelli son paglia d'oro le sue ciglia azzurre
il suo collo bianco è lungo e rotondo
alle
fermate vecchie donne terribili con cappelli di
paglia nera traversano le rotaie tenendosi per mano
l'uomo
seduto alla mia destra s'è inabissato dentro se stesso
s'è perduto dentro se stesso
è così lo so è così che la vecchiaia comincia
tuttavia non è in mio potere non cadere nelle onde tristi
così comincia la vecchiaia
l'uomo seduto alla mia destra è caduto ancora nelle onde tristi
alla porta del deposito siamo scesi dall'ultimo tram
rientriamo a piedi
tutti e quattro
la vecchiaia la solitudine e io e poi una malinconia
quando arriviamo all'albergo il sole comincia a spuntare
nella nostra stanza apriamo la radio
parla dei vascelli cosmici.
Il mio funerale
Il
mio funerale partirà dal nostro cortile?
Come mi farete scendere giù dal terzo piano?
La bara nell'ascensore non c'entra
e la scala è tanto stretta.
Il
cortile sarà, forse, pieno di sole, di piccioni
forse nevicherà, i bambini giocheranno strillando
forse sull'asfalto bagnato cadrà la pioggia
e al solito ci saranno i bidoni per l'immondezza.
Se
mi tiran su nel furgone col viso scoperto, come usa qui,
forse mi cadrà in fronte qualcosa di un piccione, porta fortuna,
che ci sia o no la fanfara, i bambini accorreranno
i bambini sono sempre curiosi dei morti.
La
finestra della nostra cucina mi seguirà con lo sguardo
il nostro balcone mi accompagnerà col bucato steso.
Sono stato felice in questo cortile, pienamente felice.
Vicini miei del cortile, vi auguro lunga vita, a tutti.
La sua tomba a Mosca